Archivio sonoro
A partire dal 1989 Michele Musso ha costituito un archivio sonoro. Alcuni dei brani raccolti vengono trascritti e pubblicati sulla rivista Augusta.
Le registrazioni che si intendono raccogliere non vogliono essere solo una testimonianza del passato, nelle quali si racconti esclusivamente della vita di un tempo. Oltre a queste testimonianze, importanti perché altrimenti destinate a sparire in silenzio, è importante raccogliere informazioni sulla vita di oggi, sulle attività lavorative, sul tempo libero, su come la modernità conviva con l’eredità dei walser e con la vita in montagna.
L’intento è anche quello di fotografare la situazione linguistica della comunità issimese, dando spazio non solo al töitschu ma anche alle altre lingue veicolate dalla comunità.
Ad Issime il plurilinguismo francese – italiano – piemontese – francoprovenzale (patois di Gaby) – dialetto walser è effettivamente esteso ad un’ampia fascia della popolazione, oltre ad essere storicamente attestato.
Per raccogliere queste informazioni, interessanti dal punto di vista etnografico e linguistico, ci si serve delle lingue e dei dialetti che i nostri informanti scelgono di usare, comunque, privilegiando sempre la spontaneità e la familiarità delle registrazioni. Le prime registrazioni del töitschu risalgono al 1929 affettuate dal Prof. Gysling e dal Prof. Hotzenköcherle.
In attesa di attuare il vero e proprio archivio sonoro, vi presentiamo un racconto di Esopo, “Il Gatto ed i Topi”, tradotto da Imelda Ronco.
IL GATTO E I TOPI
I topi erano molto preoccupati a causa del gatto. Cosí decisero di riunirsi
a consiglio e studiare il da farsi. Nel corso della discussione un topo giovane disse :
– Se attorno al collo del gatto fosse appeso un campanellino, questo tintinnerebbe ad ogni passo del gatto.
– Noi saremmo avvisati e avremmo tutto il tempo per rifugiarci in casa.
Tutti i topi applaudirono l’idea ingegnosa, senonché uno intervenne
e disse:
– L’idea è eccellente. Ma chi di noi attaccherà il campanello al collo del gatto?
È piú facile avere un idea che eseguirla.
Estratto dal volume di racconti di Esopo – WILLISCHT LEESEN?: kuntjini van Esopo gchierti in töitschu van Imelda Ronco Hantsch – tradotti nel dialetto walser di Issime e pubblicati dall’Associazione Augusta.
D’CHATZU UN D’MÖISCH
D’möisch sén gsinh in d’nuat antweegen dar chatzu. Sua hentsch déssidurut
z’anandre vinnen um süjen an ousganh.
Zéntsch disküturun a junh mous het gseit:
– Wénn um da halds dar chatzu wieri ghankhts as tringjilti, das,
tétti klenkun in all tritta dar chatzu.
– Wir wieri avertiriti un hettewer allz z’zéit um n’ündsch widerzin zam hous.
Allu d’möisch hen plljepput za hénne, d’idée ischt gsinh guti, wa eina ischt gsprunnhen ous un het gseit:
– D’idée ischt vürous guti. Wa wier ündscher andru leit dén a di tringiu dar chatzu?
Ischt tellur müssurun as dinh dén z’is tun.
Estratto dal volume di racconti di Esopo – WILLISCHT LEESEN?: kuntjini van Esopo gchierti in töitschu van Imelda Ronco Hantsch – tradotti nel dialetto walser di Issime e pubblicati dall’Associazione Augusta.