Chouquer Désiré

Mag 8, 2023

Grotte à Jésus Agonisant et Chouquer Désiré

Chouquer Désiré (1885-1927) un issimese dimenticato, un artista, indissolubilmente legato alla realizzazione della cappella della Grotta di Issime che disegnò nella primavera del 1915.

Désiré fu uno dei testimoni oculari di un misterioso fenomeno ancora oggi irrisolto des pierres roulantesdelle pietre volanti, accaduto nel 1909 nel Vallone di Tourrison, anche conosciuto ad Issime come Di töivla in Türrudschu – Les diables de Tourrison. Molti testimoni videro sassi roventi che all’improvviso colpivano uomini e animali all’interno delle baite, vacche legate alla stessa catena, paioli della polenta appesi alla coda delle vacche, capre vestite con abiti umani e ombrelli che si strappavano mentre i figli dei proprietari vi riposavano sotto, solo la culla di un infante fu risparmiata. Si fece intervenire anche un esorcista proveniente da Aosta (vedi Augusta 2000).

Nella primavera del 2021 durante gli scavi per realizzare la massicciata del marciapiede lungo la provinciale, vicino al cimitero a lato della rampa per scendere in d’Schaffu Mattu, fu trovata la pietra tombale di Désiré.

La cappella della Grotta di Issime fu edificata per volontà del parroco Grat Vesan (1870-1946) nel 1915. Quest’ultimo era nativo di Torgnon, già conosciuto dai suoi contemporanei come le Saint Curé d’Issime, il quale a seguito dell’ingresso in guerra dell’Italia nel primo Conflitto Mondiale, propose alla popolazione la costruzione di un Santuario nella località detta Gründji, da dedicare a Gesù Agonizzante, affinché i 130 giovani partiti per il fronte tornassero sani e salvi. La scelta di opporre alla logica della guerra la costruzione di un luogo sacro non fu casuale: così facendo Grat Vesan non permise alla popolazione di chiudersi nel tormento, ma al contrario propose a tutti momenti di condivisione, soprattutto alle donne che avevano visto i figli partire per il fronte. Così scriveva sul suo diario: «Je voyais le départ de mes deux frères et de grand nombre de soldats d’Issime et je ne voyais que larmes dans toutes les familles; je voulais, les soulager et les aider et ce désir de mon ex-voto me préoccupait, jour et nuit, mais je le voulais et il fallait le commencer avant la fin du 1915».

In effetti, come disse Vesan: «Le grazie abbondanti hanno certamente fatto sentire il loro effetto, se teniamo conto dei pochi morti che Issime annovera. Su 130 soldati circa, si contano 6 morti, nessun disperso e nessun ferito grave».

Fu realizzata in tempi da record, il primo colpo di piccone fu dato il 24 giugno del 1915 mentre fu benedetta il 6 agosto del 1916. Interamente progettata e realizzata da uomini di Issime: Désiré Chouquer (1885-1927) che la disegnò, Jean-Dominique Christillin Pietersch (1859-1931) impresario e Joseph-Hygin Ronco Tönzisch (1856-1930) capomastro.

 

La Grotta, così chiamata per via della sua struttura architettonica di edificio ipogeo, sorge nel punto in cui la mulattiera cha sale dal Duarf, il capoluogo, si divide nelle due vie di accesso al Vallone di San Grato, dette rispettivamente d’Birriuku d’Hubaleebi, che si snodano lungo i villaggi del versante sinistro e destro di quest’ultimo. Già anticamente in questo luogo fu edificato l’oratorio dedicato a Saint-Pantaléon, oggi detto la sacrestia, che serviva da ricovero per i viandanti e da – reposoir – posa per i defunti del Vallone. Completamente aperto in facciata, era uno dei punti di riposo – d’röschti – il primo per chi saliva dal fondovalle ed era il luogo dove il parroco incontrava la processione funebre che arrivava dal Vallone per poi proseguire verso la chiesa parrocchiale. È un luogo carico di memoria che rimanda agli issimesi una pluralità di situazioni e significati, ma soprattutto le fatiche e i patimenti della vita. Eventi che hanno contribuito alla creazione di miti e riti collettivi e non ultimo la scelta di Vesan di costruirvi il nuovo Santuario. Molti i racconti che si affastellano, fra i tanti, quello che narra di un tempo molto lontano, quando il Vallone era abitato tutto l’anno, e dodici uomini mit a ruat houbu con un cappello rosso, scesero da San Grato per assistere alla messa di Natale e nell’oratorio si cambiarono d’abito; e infine la vicenda di Christine Rolland, che vide morire, nel villaggio di Benecade, la figlia di una malattia infettiva, per questo nessuno salì per trasportare il cadavere in paese e dargli sepoltura, se lo caricò sulle spalle, scese fino all’oratorio e lo depose in una cassa.

Quando il parroco Grat Vesan decise di realizzare il Santuario si rivolse a Désiré per realizzare il disegno progettuale. Riportiamo le parole di Vesan tratte dal suo diario “Je voulais un modeste sanctuaire sous forme de rocaille le plus rustique et le plus original possible. À peine idéalisé, je soumettais mon plan à un jeune artiste du pays, certain Chouquer Désiré, mon grand servant de messe quand jʼétais vicaire. Il saisit immédiatement mon idée ; il me la reproduisit assez bien, quelques jours après, en dessin”.

Désiré era nato ad Issime nel 1885. La famiglia era proprietaria dell’albergo Posta, il primo albergo, degno di questo nome, realizzato ad Issime intorno al 1881 dai fratelli gemelli Jacques e Louis Chouquer, rispettivamente padre e zio di Désiré. Alla notizia che un regio decreto del 1881 aveva dichiarato “di pubblica utilità” una strada carrozzabile lungo la Valle del Lys, i due fratelli Chouquer si affrettarono ad aprire un albergo che desse alloggio ai forestieri, ma anche fornisse il cambio delle cavalcature.

Désiré si ammalò nel marzo del 1927 come riportato sul giornale La Vallée d’Aoste del 5 marzo di quell’anno: “Pas de très graves en ce moment loutefois divers en jeu languissants qui doivent se ménager à cause de la rigueur de la saison. Chouquer Désiré est aussi alité depuis quelques jours, mais on espère que sa forte fibre puisse réagir au mal qui vient de le clouer. Les meilleurs souhaits à tous ces divers malades”. Morì un mese dopo il 4 aprile come riporta La Vallée d’Aoste del 9 aprile: “Un nom de famille assez sympathique qui va disparaître, c’est colui de Chouquer. Le dernier représentant mâle actuellement au pays, vient de mourir dans la personne de Chouquer Désiré. Il est mort le 4 de ce mois d’avril et il emporte avec lui un nom très connu à Issime et dans toute la Valleise avec le souvenir d’une famille importante qui a eu sa gloire momentanée. Désiré, l’aîné des frères, mourait lui aussi très jeune, car il comptait à -peine 49 [42] ans. Un frère, Sévère, mourait de méningite à 23 ans; Honoré mourait en Juin 1916 victime de son devoir, en se couvrant de gloire sur le champ de balaille, lors de la grande guerre. Désiré, marié depuis 7 ans à Mme Goyet Eléonore meurt sans enfants. Type très intelligent, caractère ouvert, causeur babile, il avait fait des études comme peintre et décorateur et il se serait fait un nom avec une petite fortune s’il avait eu la passion du travail et la constance avec un petit esprit d’economie. Artiste distingué, il ne voulait pas faire mentir le provorbe que les peintres ne doivent pas mourir riches. Et de fait il n’y a que peu de mois que sa maison, renommé et sympathique restaurant d’Issime et de la Valleise, venait d’être cédée à l’actif et entreprenant Geors Joachin. Désiré continuait à profiter de la jouissance pour quelques mois encore et Dieu, dans sa bonté infinie, lui épargne une dernière épreuve, celle.de quitter sa chère maison paternelle pour ne plus y rentrer. Brisé par diverses épreuves. le pauvre Désiré s’alita il y a bientôt deux mois et il sé prépara au grand voyage par la prière, la patience et la résignation. Sa foi, quelque peut assoupie, se réveilla plus vive pendant sa maladie et c’est dans elle qu’il chercha et qu’il trouva la force et le courage nécessaire pour supporter sa maladie et la sanctifier. Il reçut avec édification, tous Ies .sacrements de l’Eglise, il désirait la venue du ministre de Dieu et bien fréquemment il souriait à la pensée de la mort et il s’est endormi paisiblement dans lo baiser du Seigneur heureux d’alter rejoindre ses parents qu’il a aimés, pour posséder ce trésor unique que personne ne pourra lui ravir. Paix à son âme”.