Issime, 16 novembre 2021
Nel 1785 Monseigneur Paul-Joseph Solar, vescovo di Aosta, inviò ad ogni parrocchia della Valle un questionario, il “Formulaire des états et des inventaires que messieurs les curés prépareront pour la première visite pastorale”. I dati raccolti andarono a costituire quattro preziosi volumi su l’Etat des paroisses, con notizie relative alla popolazione residente, alla condizione della struttura e dell’interno della chiesa parrocchiale, ai suoi mobili, alle sue rendite, ai benefici, e alle cappelle. Il questionario di Issime fu compilato dal parroco Jean-Ange Roncoz in occasione della visita pastorale del vescovo Solar che avvenne il 7 luglio del 1786. In quella giornata il vescovo ordinò “d’enlever les rateaux de bois devant les chapelles de Chincheré, de St. Joseph, de St. Louis, de N. D. des neiges au Praz, et de N. D. de Lorette au Ceigle, et de murer le devant des dittes chapelles d’y laisser une porte avec deux fenetres à coté avec leur grillage et chassis et en attendant que les dittes reparations soient faites, les dittes chapelles resteront interdittes, et les legs qui s’y doivent accomplir se feront à l’eglise sous le même retribution”.
Tale intervento avvenne in tutte le cappella citate e non solo, quella di Chincheré dedicata alla presentazione di Maria al Tempio, di San Giuseppe a Preit, di San Luigi Re di Francia a Ricourt, della Madonna di Loreto a Sengle, di San Nicola al Biolley, e di San Valentino al Pra (quella antica già documentata nel 1645), tranne per quella della Modonna delle Nevi, già dedicata a San Rocco, di Proasch che infatti nel 1789 fu interdetta.
In questi giorni durante i lavori di restauro della cappella detta della Grotta edificata nel 1915 e di quella antica dedicata a San Pantaleone che si trova a lato, è emerso sulla facciata di quest’ultima un arco murato come è evidente nelle immagine che alleghiamo.
I due edifici si trovano in località Gründji nel punto in cui la mulattiera che sale dal capoluogo di Issime si biforca nelle due mulattiere principali di accesso al Vallone di San Grato, una, a destra, chiamata d’Birriuku e l’altra, a sinistra, detta Hubaleebi. L’edificio antico serviva da ricovero per i viandanti e da reposoir per i defunti del Vallone, lì il parroco raggiungeva il corteo funebre per accompagnarlo fino alla chiesa parrocchiale. Il parroco Grat Vesan nel 1916 lo trasformò in ricovero per pellegrini e sacrestia per la nuova cappella della Grotta.